Riabilitazione respiratoria - Studio GM di Fisioterapia

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Riabilitazione respiratoria

PRESTAZIONI

RIABILITAZIONE RESPIRATORIA

 
 
Utilizziamo varie tecniche (Drenaggio Autogeno, Drenaggio Posturale, Ciclo Attivo, ELTGOL, PEP) volte al recupero e mantenimento della funzionalità respiratoria e rimozione delle secrezioni bronchiali in:
 
-        patologie croniche (BPCO, enfisema);
-        acute (polmoniti, pleuriti);
-        esiti di interventi chirurgici.
 
 
“CICLO ATTIVO” di tecniche respiratorie
 
 
Tecnica proposta da due terapiste inglesi, J.Pryor e B. Webber, consiste in un insieme di esercizi respiratori volti alla disostruzione bronchiale.
 
Il ciclo attivo prevede l’utilizzo di varie modalità di respirazione, ovvero il controllo del respiro, esercizi di espansione toracica e tecnica di espirazione forzata.
 
 
Controllo del respiro (CR)
 
Consiste in una respirazione tranquilla eseguita con la parte alta del torace, la durata è variabile per ogni paziente, utilizzato per evitare il broncospasmo e favorire il rilassamento.
 
 
Esercizi di espansione toracica (EET)
 
Consistono in inspirazioni lunghe e profonde seguite da espirazioni tranquille.
 
Si ottiene così un aumento del volume di aria nei polmoni che facilita l’attivazione della ventilazione collaterale, portando così l’aria dietro le secrezioni e facilitandone la rimozione.
 
 
La tecnica di espirazione forzata (TEF)
 
Consiste in una o due manovre di espirazione forzata partendo da un’inspirazione più o meno profonda, così da favorire la mobilizzazione delle secrezioni dalle vie aeree più prossimali.
 
Quando le secrezioni raggiungono la trachea possono essere espulse con un colpo di tosse. Queste manovre sono sempre seguite dal controllo del respiro per evitare l’insorgenza di broncospasmo.
 
 
IL DRENAGGIO AUTOGENO
 
 
Il drenaggio autogeno (DA) proposto dal terapista belga J.Chevaillier, è una tecnica di “auto-drenaggio” che utilizza il flusso espiratorio per mobilizzare le secrezioni.
 
 
L’obiettivo è di raggiungere nei bronchi la più alta velocità possibile di flusso controllando il respiro, senza arrivare all’espirazione forzata.
 
Questo perché nelle patologie croniche ostruttive a causa delle elevate resistenze e dell’instabilità delle pareti dei bronchi, durante un’espirazione forzata si determina una compressione delle vie aeree che rallenta la velocità del flusso aereo.
 
 
La tecnica del DA richiede per la sua esecuzione una collaborazione attiva da parte del paziente.
 
 
Il DA si suddivide in tre fasi:
  • Scollamento del muco della periferia attraverso una ventilazione a basso volume (livello VRE)
  • Raccolta del muco dai bronchi di medio calibro attraverso una ventilazione a piccoli e medi volumi polmonari (livello VRE e VC)
  • Rimozione del muco dai grossi bronchi attraverso una ventilazione a grandi volumi polmonari (livello VC e VRI)
 
VRE = Volume di Riserva Espiratoria; VC = Volume Corrente; VRI = Volume di Riserva Respiratoria
 
 
La tecnica del Drenaggio Autogeno
 
Scegliere una posizione che faciliti la respirazione come seduti o sdraiati.
 
Liberare le vie aeree superiori (naso e gola)
 
Inspirazione: il paziente deve inspirare il volume necessario, lentamente dal naso in modo tranquillo cosi da favorire un’omogenea distribuzione dell’aria e per evitare l’arretramento delle secrezioni.
 
Apnea: alla fine dell’inspirazione va effettuata un’apnea inspiratoria di 3-4 secondi, mantenendo aperte bocca e glottide, migliorando in tal modo il riempimento omogeneo di tutte le parti del polmone e favorendo, tramite la respirazione collaterale, lo spostamento dell’aria dietro le secrezioni.
 
L’espirazione va seguita possibilmente con il naso se il flusso non ne risulta rallentato, altrimenti con la bocca mantenendo le alte vie aperte.
 
La forza esercitata durante la fase espiratoria deve essere bilanciata così da provocare il flusso più elevato possibile senza causare compressione delle vie aeree.
 
Il ciclo va ripetuto fin quando le secrezioni, spostandosi verso l’alto, si raccolgono nei grossi bronchi. Il livello del volume d’aria ventilata gradualmente si alza, passando da un basso ad un alto livello di volume polmonare.
 
Infine la raccolta di muco arriva nella trachea da dove può essere evacuato mediante una espirazione forzata, occorre evitare di tossire il più possibile.
 
Questa tecnica, dopo un periodo di addestramento da parte di personale, al fine di sviluppare la tecnica di drenaggio che meglio si adatta alla patologia ed alla funzione polmonare del paziente, fornisce un ottimo grado di autonomia, aspetto fondamentale nelle malattie croniche.
 
 
ELTGOL
 
 
Expiration Lente Totale Glotte Ouverte en infraLatéral (Espirazione Totale Lenta a Glottide Aperta in decubito Laterale)
 
La tecnica consiste in espirazioni lente e profonde eseguite stando sdraiati su un fianco, si lavora sul polmone posto in basso.
 
Questa manovra proposta nel 1984 trova la sua origine da osservazioni cliniche che mostrano attraverso l’auscultazione una mobilizzazione antigravitazionale delle secrezioni dalle piccole vie aeree del polmone sottostante in decubito laterale.
 
ELTGOL è una tecnica attivo-passiva o attiva. Il paziente giace in decubito laterale ed esegue lente espirazioni partendo da un’inspirazione normale arrivando fino a fine espirazione.
 
Sfruttando la forza peso degli organi che “schiacciano” il polmone posto in basso, prolungando l’espirazione fino a svuotare del tutto i polmoni si ottiene uno svuotamento massimale della “spugna polmonare” utilizzando la contrazione dei muscoli addominali.
 
Vengono utilizzate espirazioni “non forzate” per evitare l’interruzione anticipata del flusso aereo.
 
 
DRENAGGIO POSTURALE
 
 
E’ tra le tecniche più conosciute, studiate e utilizzate dalla prima metà del secolo scorso e fino agli anni ’80 è stata la metodica di riferimento per la fisioterapia respiratoria.
 
Si basa su principi di gravità e di flusso e sul supporto di manovre manuali.
 
Il paziente viene posto in posizioni diverse (prola, supina, laterale, semi-prona, semi-supina), ma sempre con l’area da trattare posta in alto, così da verticalizzare i bronchi per facilitare lo scorrimento delle secrezioni dalla periferia ai bronchi centrali e per poter lavorare ad alti flussi senza il rischio di un collasso dinamico precoce delle vie aeree più distali (bronchioli terminali ed alveoli).
 
Il terapista:
  • sceglie la posizione ritenuta idonea al trattamento dell’area specifica,
  • osserva il respiro spontaneo del paziente e le sue caratteristiche,
  • interviene con delicate manovre di vibrazione in fase espiratoria ,
  • opera un graduale incremento della durata e della intensità delle vibrazioni, fino al massimo sostenibile (la ventilazione diventa più profonda senza una richiesta esplicita);
  • effettua una vibrazione finale lenta e prolungata (fino quasi a VR) seguita da un immediato colpo di tosse (spesso spontaneo, altrimenti richiesto esplicitamente), al quale segue l’espettorazione.
 
Le manovre di vibrazione devono essere eseguite rigorosamente solo in fase espiratoria, coordinando la manualità con il' ritmo respiratorio del paziente.
 
Le vibrazioni eseguite manualmente dal terapista, possono essere descritte come contrazioni simil-tetaniche di tutto il braccio, con la mano ben appoggiata sul torace in modo da trasmettere la vibrazione con tutta la superficie di contatto mano-torace, in direzione dell'ilo polmonare, aumentando gradualmente la pressione esercitata
 
contemporaneamente alla vibrazione man mano che il paziente espira; questa graduale pressione che condurrà lentamente il paziente ad aumentare il tempo espiratorio.
 
Le mani del terapista saranno poste in zona medio-sternale, infrascapolare o sottoascellare a seconda che la posizione del paziente sia supina, prona o laterale.
 
In fase inspiratoria il terapista manterrà il contatto manuale sul torace del paziente, eliminando ogni pressione per lasciare libero il torace di espandersi, controllando così anche l'andamento del ritmo del respiro.
 
Il flusso espiratorio del paziente sarà all'inizio lento, partendo da un’espirazione tranquilla, e diventerà via via più rapido per favorire la progressione delle secrezioni dai bronchi verso le vie più prossimali,
 
Tale metodica oggi è meno utilizzata che in passato, in quanto  ritenuta troppo invasiva rispetto alle tecniche attive, inoltre essa necessita dell’ aiuto da parte di un terapista o un familiare.
 
E’ sicuramente più costosa rispetto a tecniche attive e non permette il raggiungimento dell’autonomia, ritenuta indispensabile requisito della fisioterapia per un paziente adolescente o adulto.
 
D’altra parte secondo il nostro parere questa tecnica, adattata opportunamente alle specifiche situazioni, rimane l’unica utilizzabile nei casi in cui occorre effettuare un drenaggio delle secrezioni bronchiali lavorando con pazienti non pienamente collaboranti (pazienti molto anziani, con deficit cognitivi, sedati, non del tutto coscienti ed orientati).
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